Intrappolati tra colpa, senso di colpa e vergogna

 


La colpa è un'emozione che si origina da un episodio passato, quindi il processo che la determina e la mantiene viva nel tempo è la ruminazione. “La colpa sembra essere una sorta di assioma della psicanalisi” (Goldberg 1988).

Molto spesso capita di confondere la colpa con la vergogna. La frase “non sono alla tua altezza e di ciò mi sento in colpa e per questo cerco di mascherarlo” spesso nasconde un messaggio del tipo “mi vergogno di non essere bravo come lui e temo lo possa scoprire”. Come vediamo, la vergona è relazionata ad una tematica di smascheramento/svelamento, mentre la colpa è legata ad una autoaccusa che trae origine dal super-io interiorizzato (G. Signorini 2010).

Il più delle volte, capita che non si tratta di colpa vera e propria ma di un qualcosa di simile chiamato senso di colpa. Quest'ultimo si differenzia dalla prima poiché ci avverte che le cose potrebbero non andare come vorremmo, ma che ancora non abbiamo la certezza di come possano concludersi.

Possiamo paragonare al senso di colpa come uno stato anticipatorio della colpa vera e propria. Di conseguenza la colpa si manifesta a cose avvenute, quando percepiamo che non c'è più nulla da fare. Attenzione, perché nel momento che il senso di colpa si trasforma in colpa vera e propria e non è possibile rimediare all'accaduto, l'emozione negativa e di conseguenza i pensieri negativi, invadono e pervadono tutta la persona.

La vergogna è affine al senso di colpa, ma c'è una differenza cruciale. Per sentirsi in colpa non c'è bisogno di avere un pubblico, non importa che qualcun altro sia al corrente, perché il colpevole è il giudice di se stesso. Non così per la vergogna: l'umiliazione in questo caso richiede la disapprovazione o lo scherno degli altri” - P. Ekman

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